Short Skin

Sala 1

Lunedì, 11 Aprile 2016

Nel corso di un'estate, tutto sembra ruotare intorno al sesso. Il diciassettenne Edoardo, però, non è mai stato con una ragazza a causa di un problema al prepuzio che si porta dietro sin dalla nascita. Senza che ne abbia mai parlato con nessuno, nemmeno con il miglior amico Arturo, Edoardo tenterà di risolvere la questione a modo proprio.

 

Scheda

Regia: Duccio Chiarini
Paese: Italia, Iran, Gran Bretagna
Anno: 2014
Durata: 83 min
Interpreti: Matteo Creatini, Francesca Agostini, Nicola Nocchi, Miriana Raschillà, Bianca Ceravolo

Trama

L'estate è tempo di incontri e fugaci avventure, ma non per Edoardo, un diciassettenne introverso con una malformazione al prepuzio che lo rende ancora più timido con le ragazze. Circondato da due genitori soffocanti, una sorellina ossessionata dall'idea di far accoppiare il suo cane e un amico che vuole perdere la verginità a tutti i costi e gli consiglia di fare sesso con un polipo, il giovane tenterà in tutti i modi di superare le sue insicurezze. 

Critica

Duccio Chiarini, regista fiorentino di alcuni corti e un documentario (Hit the road, Nonna presentato nel 2011 a Venezia nelle Giornate degli Autori) esordisce nel lungo con questo piccolo grande film sulle debolezze e fragilità del sesso maschile, spesso trattati con lineamenti da stereotipo machista, qui invece pennellati con grazia, delicatezza e autenticità. Chiarini riesce a trovare la giusta distanza per raccontare la storia di Edoardo, i suoi patimenti esistenziali e i turbamenti tipici di quell'età a cavallo tra i due stadi di crescita, con ironia e leggerezza. Il film possiede il realismo schietto di un racconto di formazione di provincia ancorato al territorio (siamo a Marina di Pisa) ma senza fare macchietta della sua regionalità né triviale umorismo. L'anomalia del prepuzio del protagonista che gli impedisce rapporti sessuali, è chiaramente anche un simbolo, una metafora fisica che ben materializza i dubbi, le paure e le incertezze interiori tipiche dei 17 anni, ma anche uno schermo per proteggersi dal mondo e dalle difficoltà della vita adulta verso cui si sta avviando e per la quale non si sente ancora del tutto preparato.  

Rubrica

Short Skin è stato uno dei due progetti che hanno preso vita dalla “Biennale College”, un bando nato nel 2012 destinato alle opere prime e seconde da realizzare con un microbudget di 150.000 euro appena.

Riportiamo l'incontro con Duccio Chiarini e il cast.

Com’è nata l’idea del film?
Duccio Chiarini: L’idea è nata per caso. Stavo cercando di realizzare un altro film ma con difficoltà. Poi ho pensato a una storia che potesse essere realizzata con pochi mezzi, poche location e tanto cuore. Avevo letto il fumetto di Gipi, LMVDM (La mia vita disegnata male), che inizia con una visita da un andrologo. Quindi ho buttato giù il soggetto, l’ho fatto leggere a Ottavia Maddeddu, che si è interessata al progetto. Poi abbiamo fatto domanda al Biennale College e da lì è andato tutto bene.

Come sei arrivato al film?
Matteo Creatini: Ho fatto il provino per caso. All’inizio dovevo fare l’amico del protagonista, ma alla fine il regista e i produttori hanno deciso il contrario. Il mio personaggio è connesso al mondo dell’adolescenza e anch’io, come lui, sono molto sfigato con le donne. Il film mi ha permesso di soffermarmi su alcuni momenti dell’adolescenza e mi ha fatto piacere.

Come vi siete rapportati al tema della famiglia?
Duccio Chiarini: L’idea del film era di raccontare la storia di un adolescente circondato dalla famiglia, confrontando le sue insicurezze con le certezze dei genitori. In fase di scrittura ci siamo concentrati su una famiglia che facesse sentire il protagonista sotto pressione.
Ottavia Maddeddu: Già nel soggetto di Duccio emergeva molto la famiglia. Abbiamo cercato poi, partendo da questo magma vero inerente la sua vita, di piegare la storia a soluzioni narrative non sempre fedelissime a quelle che Duccio aveva in mente, e anche questa è stata la sfida, saper raccontare l’adolescenza da più punti di vista.
Bianca Nappa: Uno dei punti di forza di questa famiglia è che mette in luce le contraddizioni insite. Io interpreto una madre apprensiva che però non si rende conto dei problemi del ragazzo. Con Duccio abbiamo fatto molte prove per lavorare alla verosimiglianza, per creare legami reali tra noi attori. Abbiamo passato del tempo insieme e anche i dialoghi sono cambiati nel corso delle riprese.
Francesca Agostini: Anche io ci ho messo molto del mio vissuto per interpretare il personaggio di Bianca, una ragazza fragile che soffre di insicurezze, facendo prima di tutto un lavoro su me stessa. Miriana Raschilà: È stata un’esperienza umana prima che lavorativa. Abbiamo tirato fuori esperienze vere, ecco perché i dialoghi risultano naturali. Per interpretare il personaggio di Elisabetta ho analizzato prima me e da lì è emersa la mia sensibilità.
Matteo Creatini: La famiglia è importantissima per un adolescente. Poi cresci e ti accordi che spesso gli adulti sono bambini anche loro, con una maturità diversa. Sul set si è creato un rapporto umano bello che si riflette anche nelle scene.

Come ha scelto il direttore della fotografia?
Duccio Chiarini: Il direttore della fotografia è Baris Ozbicer che aveva curato la fotografia di Bal, film che ho adorato e che ha vinto l’Orso d’oro al Festival di Berlino. Ho sempre lavorato con direttori della fotografia stranieri perché hanno uno sguardo preferenziale sulla realtà. Volevo fare un film divertente con un’aria rarefatta come Un amore di gioventù di Mia Hansen-Løve o i film di Roy Andersson.

Come hai scelto le musiche del film?
Duccio Chiarini: Inizialmente la storia doveva essere ambientata negli anni ’90 e avevo pensato alle musiche dei Grant Lee Buffalo. Poi ho deciso di aprirla al contemporaneo ma non volevo sonorità italiane. Ho ascoltato le musiche dei Woodpigeon e mi sono piaciute molto. Il leader Mark Andrew Hamilton ha cominciato a mandarci pezzi che erano perfetti per il film perché non erano semplici accompagnamenti musicali ma amplificavano le emozioni degli attori.

Il suo prossimo film sarà quello a cui stava lavorando?
Duccio Chiarini: Sì, sarà una storia d’amore su una coppia di trentenni che si smarriscono e si lasciano.
(www.sentieriselvaggi.it)

 

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