Come il vento

Sala 1

Lunedì, 23 Febbraio 2015

Racconta la storia di Armida Miserere, una delle prime donne a dirigere un carcere in Italia. Inizia a lavorare a metà degli anni Ottanta, subito dopo l'entrata in vigore della legge Gozzini, riesce a farsi strada in un ambiente fortemente maschilista,, cercando però di mantenere vivo il suo lato più umano e femminile.

 

Scheda

Regia: Marco Simon Puccioni
Paese: Francia, Italia
Anno: 2013
Durata: 110 min
Interpreti:  Valeria Golino, Filippo Timi, Francesco Scianna, Chiara Caselli, Marcello Mazzarella, Salvio Simeoli, Francesco Acquaroli

Trama

Durante gli anni più duri della storia d'Italia della seconda metà del Novecento, Armida Miserere (Valeria Golino) è una delle prime donne a divenire direttrice di carcere. A lei e ai suoi metodi rigorosi vengono assegnate le sorti degli istituti penitenziari di Opera a Voghera, dell'Ucciardone di Palermo o dell'isola di Pianosa. In mezzo a terroristi, mafiosi e criminali comuni, Armida si mostra dura e non disposta a fare alcuno sconto, ma la sua vita privata è contrassegnata dal tragico amore per il compagno Umberto Mormile (Filippo Timi), educatore carcerario assassinato in un agguato di camorra nel 1990 perchè non corruttibile.

Critica

Da Parma a Lodi, da Pianosa a Palermo, Puccioni segue la straordinaria mimesi di Valeria Golino: segnata dall'uccisione a stampo mafioso dell'amato Umberto Mormile, la Miserere è un corpo privato dell'anima in perenne girovagare da un carcere all'altro, alla ricerca dei colpevoli dell'assassinio e di un'altra ragione per svegliarsi al mattino. Una vita di emozioni implose restituita con doverosa sotto-recitazione e con messa in scena concreta fino a far male. Melodramma biografico di spessore, in rare occasioni si concede a un lirismo intimista che perdoniamo volentieri a un'operazione coraggiosa e intelligente, dedicata a uno tra i simboli di una coscienza perduta, di una morale incorrotta, di una giustizia giusta. 

Premi e Festival

Nomination ai Nastri d'Argento 2014 come: Miglior attrice Valeria Golino, Miglior sceneggiatura, Miglior fotografia e Miglior sonoro in presa diretta. 

Rubrica

Folgorante fu l'esordio di Puccioni nel 2002 con Quello che cerchi, all'epoca caldeggiato fortemente da Nanni Moretti.
Da ricordare anche Riparo, 2007, presentato nella sezione Panorama di Berlino e il documentario Il colore delle parole, girato tra il Camerun e l'Italia e presentato a Venezia 2009. «Quando lessi la notizia del suicidio di Armida Miserere ho pensato subito che avrei voluto raccontare la sua storia: una donna catapultata in una delle istituzioni più maschiliste e opprimenti della società che, senza rinunciare alla sua femminilità, riesce a governare gli uomini reclusi...volevo capire come e perché questa fibra, apparentemente così solida, era arrivata a spezzarsi.» (Puccioni)
Alla sua vita è dedicato anche un bel libro della giornalista Cristina Zagaria.

FESTIVAL DI ROMA 2013 - Incontro con Marco Puccioni, Valeria Golino e Francesco Scianna per Come il vento

Com'è stato affrontare un personaggio come quello di Armida Miserere?
Valeria Golino: Non conoscevo Armida prima che Marco (Puccioni) me ne parlasse. E' una figura complessa e contraddittoria e per quanto possiamo raccontarla, ci saranno sempre delle zone d’ombra.Prima mi sono avvicinata al personaggio attraverso fotografie e diari. Poi l’ho incontrata veramente, forse neanche un anno prima che morisse, a Sulmona in un piccolo festival per i detenuti dove io ero andata con Crialese a far vedere Respiro. Lei mi ha accompagnato durante questa piccola visita. La cosa che mi ha commosso e sorpreso è quando ho visto una foto in cui siamo insieme. Io l’abbraccio e la tengo come se la volessi proteggere e lei è girata verso di me come a guardarmi.

E' vero che ha tentennato un po' prima di decidersi ad accettare questo ruolo?
Valeria Golino: Si, ho finito di accettare per sfinimento. Puccioni non desisteva, ci ha messo due anni a convincermi. Capivo che quello era un ruolo in cui dovevo dare l’anima e poi stavo preparando Miele.
Marco Puccioni: Infatti all'inizio voleva convincermi a far fare quella parte ad altre attrici.
Valeria Golino: E' una grande responsabilità interpretare un grande personaggio così complesso. E poi alla fine la differenza la fa il regista nel modo in cui ti guarda e questo lo posso dire ancora di più oggi dopo che ho fatto il film come regista. Poi, riuscire a fare un certo tipo di cinema in Italia è molto più difficile di prima. Molti film che sono finiti restano ancora in attesa di essere distribuiti.

Il lavoro sui luoghi? Ci sono diverse location...
Marco Puccioni: Si, abbiamo girato in 5 regioni e a Pianosa, avendo avuto il sostegno delle regioni Toscane, Marche, Sicilia e Lazio. Abbiamo toccato molte carceri dove non è semplicissimo girarci dentro. I direttori e le amministrazioni penitenziarie ci hanno aiutato molto e tra loro ce ne stavano tanti che conoscevano Armida. Questa è una nostra versione e spero che chi l’ha conosciuta ci ritrovi delle verità profonde al di là delle cronache.

Siete stati fedeli alla sua vicenda?
Marco Puccioni: Si è fedeli tradendo. Abbiamo rispettato molte delle date e degli spostamenti che ha fatto Armida. Poi ci sono stati alcuni aggiustamenti come il personaggio di Chiara Caselli che si è rifatta al personaggio di una sua amica di Casacalenda.

E Scianna come si è avvicinato al suo personaggio?
Francesco Scianna: Con Valeria ho sentito subito una gtrande intimità e Marco ha affrontato la storia con grande sensibilità. Per il mio personaggio, mi sono dovuto ovviamente relazionare con la vicenda di Armida. E poi mi è venuta sempre in mente quella frase che dice: "Se a un magistrato mettono una bomba sotto casa e la bomba non esplode, significa che ha fatto qualcosa di sbagliato".

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