Scheda
Regia: Ronit Elkabetz, Shlomi Elkabetz
Paese: Israele, Francia, Germania
Anno: 2014
Durata: 115 min
Interpreti: Ronit Elkabetz, Simon Abkarian, Menashe Noy, Sasson Gabai
Trama
In Israele il tribunale rabbinico è la sola autorità giudiziaria competente in tema di divorzio ma non può costringere un uomo a divorziare dalla moglie che ne fa richiesta. Affinché il divorzio possa definirsi completo, occorre infatti il consenso totale e assoluto del marito, a cui il destino della moglie è indissolubilmente legato. La protagonista Viviane chiede il divorzio da 3 anni, ma il marito ha sempre rifiutato di andare alle convocazioni del tribunale, impedendole così di iniziare una nuova vita.
Critica
Ultima di una trilogia della famiglia iniziata nel 2004 con Prender moglie e portata avanti nel 2008 con I sette giorni, Viviane è la tappa più tormentata nel suo essere metafora della condizione di subordinazione di tutte le donne nella società patriarcale israeliana. L'unità di spazio del film, interamente ambientato tra le mura di un'aula di tribunale e il suo corridoio, trasmette perfettamente l'idea di trappola e di immobilità generata dal clima di impotenza e sopraffazione che si respira fino alla fine. Ronit Elkabetz, sceneggiatrice e regista con il fratello Shlomi, qui è anche attrice nei panni della protagonista per aggiornare il mito di Antigone opponendo una ferma resistenza a una norma inattuale: con numerosi cartelli insiste sul frazionamento del tempo per sottolineare l'inestimabile valore di un'esistenza libera, qui ripetutamente offesa da un'autorità cieca. Il processo, dai toni tanto drammatici quanto assurdi, crea uno spettacolo quasi kafkiano, in cui l'imputato è il solo ad avere il verdetto nelle sue mani. Il film stupisce per finezza di scrittura, molteplicità di registri, immediatezza e coinvolgimento.
Premi e Festival
Nomination Miglior Film straniero ai Golden Globe 2014
Rubrica
In Israele solo il marito ha il potere di sciogliere il legame con la moglie consegnando pubblicamente il documento firmato e dicendo "adesso sei permessa a tutti gli uomini"... finché ciò non accade, a una donna che abbandoni il tetto coniugale, sono preclusi rispetto e vita sociale.
Encomiabile la scelta di individuare nel motivo più semplice la ragione che spinge Viviane a chiedere il divorzio: la fine dell'amore, l'incompatibilità di carattere, visioni diverse della vita e niente più.