Il terzo tempo

Sala 1 Ospite il regista Enrico Maria Artale

Lunedì, 17 Novembre 2014

Samuel è un adolescente problematico, con una madre tossicodipendente e un padre che non ha mai conosciuto, e sembra destinato ad entrare e uscire dal carcere, dopo aver scontato l'ennesima pena, viene inserito in un programma di riabilitazione: ottiene la semilibertà e inizia a lavorare nell'azienda agricola di un paesino della provincia romana. Il suo supervisore è Vincenzo, assistente sociale e allenatore di rugby che lo inserisce nella squadra locale.

 

Scheda

Regia: Enrico Maria Artale
Paese: Italia
Anno: 2013
Durata: 94 min
Interpreti:  Lorenzo Richelmy, Stefano Cassetti, Stefania Rocca, Margherita Laterza, E. Pesc

Critica

Il terzo tempo nel rugby è quello che si svolge al termine della partita: un incontro tra squadre avversarie e tifosi. In un clima conviviale, basato sul fair play e sul riconoscimento del valore reciproco, si festeggia tutti assieme, a prescindere da chi ha vinto o perso. È proprio questa la fase più importante della partita, quella che insegna lo spirito di fratellanza e il rispetto dell'avversario, valori che il giovane protagonista, classico bullo abituato a vivere in un mondo basato sulla legge del più forte, non ha mai appreso. Ed è questa la prima regola del rugby che Vincenzo gli insegna, mostrandogli per la prima volta un mondo dove il gioco di squadra è più importante delle azioni da solista. Una storia di seconde possibilità, di cadute e redenzioni, dall'alto potere comunicativo e vitale.

Premi e Festival

Enrico Artale è nato a Roma nel 1984. Dopo la laurea in filosofia ha studiato regia al Centro Sperimentale. "Il terzo tempo" è il suo primo lungometraggio. Presentato al Festival di Venezia 2013 nella sezione Orizzonti, ha ottenuto la menzione speciale al Premio Pasinetti e il Best Innovative Budget Award e si è aggiudicato il Premio della Giuria Tecnica e il Premio del Pubblico come Miglior Film nella sezione “Nuovo cinema italiano­concorso MiBACT”.Samuel è un adolescente problematico, con una madre tossicodipendente e un padre che non ha mai conosciuto, e sembra destinato ad entrare e uscire dal carcere, dopo aver scontato l'ennesima pena, viene inserito in un programma di riabilitazione: ottiene la semilibertà e inizia a lavorare nell'azienda agricola di un paesino della provincia romana. Il suo supervisore è Vincenzo, assistente sociale e allenatore di rugby che lo inserisce nella squadra locale.