Senza lasciare traccia

Sala 1

Lunedì, 18 Novembre 2019

La 15enne Tom vive clandestinamente con il padre nella foresta che confina con Portland, in Oregon. Limitando il più possibile i loro contatti con il mondo moderno, padre e figlia formano una famiglia atipica e molto unita. Ma un giorno vengono scoperti e costretti a rientrare in un ordine sociale ed economico più normativo.ol padre...

 

Scheda

Regia: Debra Granik
Drammatico
USA 2018
Durata: 108'


Con: Ben Foster, Thomasin McKenzie, Jeff Kober, Dale Dickey

Tratto da: romanzo "L'abandon" di Peter Rock

Trailer

Trama

In fondo al bosco vivono un padre e una figlia. Will e Thomasin formano da soli una comunità con le sue regole e la sua filosofia. Tom, come la chiama il padre, è un'adolescente diafana che condivide col genitore un Eden silvestre, Will, veterano di guerra traumatizzato, si è ritirato volontariamente dal mondo imbarcando sua figlia in una vita eremita. Esperto nell'arte della sopravvivenza, Will ha trasmesso a Tom solide conoscenze e adesso vive clandestinamente con lei sul limitare di Portland, nel parco nazionale dell'Oregon. Ma un giorno vengono scoperti e costretti a rientrare in un ordine sociale ed economico più normativo. I servizi sociali gli propongono un tetto, una scuola, una vita normale a cui Will non riesce proprio a rassegnarsi e che Tom vive come una (bella) scoperta. La presa di coscienza di questa divergenza la condurrà all'indipendenza. 

Critica

"È di certo il titolo più incongruente, diciamo pure, più menzognero dell'anno, perché 'Senza lasciare traccia' (Leave No Trace) rimane, altroché. Dietro la macchina da presa c'è l'americana, indie e classe 1963, Debra Granik, che aveva incantato con Un gelido inverno (Winter's Bone), quattro nomination agli Oscar e la consacrazione di Jennifer Lawrence nel 2010. Qui fa anche meglio: prende una storia-leggenda dell'area di Portland, già romanzata da Peter Rock in 'My Abandonement', e inquadra il passo a due di padre, Will (Ben Foster), e figlia, Tom (Thomasin McKenzie), in fuga dal mondo tra i boschi dell'Oregon. (...) tosto senza vantarsi, è l'elogio della libertà più compreso, motivato e radicale visto al cinema negli ultimi tempi. Forse è troppo sottile, pacato e retto per irretire, ma ha un valore indiscutibile: non perdetelo. (Federico Pontiggia, 'il Fatto Quotidiano', 09 novembre 2018)

Diversamente dal suo titolo, che suggerisce l'intenzione deliberata del protagonista di 'non lasciare traccia', l'autrice segue le sue orme e trova il sentiero discreto dei dimenticati volontari, di persone trincerate nei boschi, condannate a una vita vagabonda per resistere a una modernità alienante o per curare una sindrome post traumatica provocata dalle guerre senza gloria dell'America. È una storia vera a servire questa volta il film di Debra Granik che non cessa di dire gli esclusi, gli invisibili, i 'cani erranti' come nel suo documentario Stray Dog, racconto di un biker veterano del Vietnam.
Il suo cinema fa prova di inclusione, riconducendo alla luce della collettività uomini ai margini. E sotto quella luce si disegna la frattura tra padre e figlia, tra Will che non vuole demordere dal suo modus vivendi e Tom che muta naturalmente in animale sociale. Nessun giudizio, nessuna compiacenza, nessuna condiscendenza, nessun cattivo. Le stesse autorità non esistono nel film per cassare i sogni ma per ascoltare e proporre delle soluzioni al binomio familiare. Ma la Granik sceglierà il loro focolare nel modello di sopravvivenza, incompleto ma umano e premuroso, di una comunità alloggiata in case-mobili e in piena natura. (mymovies) 

Premi e festival

PRESENTATO ALLA 50. QUINZAINE DES RÉALISATEURS (CANNES 2018).

 

 

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