Sarà il mio tipo?

Sala 1

Lunedì, 09 Novembre 2015

Narra la storia d'amore tra Clément, professore di filosofia appassionato lettore di Kant o Proust, e Jennifer, un' esuberante parrucchiera la cui vita è ritmata dai romanzi rosa e dalle riviste di gossip nonché dalle colorate serate nei locali dove si esibisce cantando con le colleghe di lavoro.

 

Scheda

Regia: Lucas Belvaux
Paese: Francia, Belgio
Anno: 2014
Durata: 111 min
Interpreti: Loïc Corbery, Emilie Dequenne, Sandra Nkake, Charlotte Talpaert, Anne Coesens, Daniela Bisconti, Didier Sandre, Martine Chevallier

Trama

Clément, giovane professore di filosofia a Parigi, riceve un incarico che per un anno lo costringe a trasferirsi ad Arras. Tra la noia che lo opprime e il tempo sempre plumbeo, Clément non sa come occupare le giornate, fino a quando incontra Jennifer, una parrucchiera carina e gioviale che diviene la sua amante. Potrebbero vivere l'amore più bello del mondo, se non fosse per il profondo divario socio-culturale che li separa. 

Critica

Nella forma ingannevole di una commedia (laddove trattasi di un dramma controllatissimo), Belvaux mette in scena un complesso confronto tra due mondi, due persone che provengono da dimensioni culturali, luoghi e ceti differenti: lei parrucchiera, lui intellettuale, lei provinciale, lui parigino, lei legge romanzi popolari, lui quelli di Proust, lei è fanatica del karaoke, lui assiduo dei vernissage. Nell’adattare il romanzo di Philippe Vilain "Non il suo tipo", il regista sceglie l'amore come punto di partenza per parlare di tutto, lotta di classe compresa. Apocalittico e bellissimo il finale: ecco qualcuno che sa come chiudere un film.

Premi e Festival

Cesar 2015: nomination come Miglior attrice a Émilie Dequenne e nomination come Miglior sceneggiatura non originale  

Del film

I protagonisti, oltre a rappresentare due classi sociali differenti, disegnano anche due “caratteri” cinematografici tipicamente francesi: lui, che fa colazione a Les Deux Magots, respira l'aria letteraria di Saint-Germain-des-Prés e non si aspetta niente dal suo soggiorno in provincia se non che finisca il prima possibile, è un uomo velleitario, simile a certi intellettuali rohmeriani, indecisi e logici che razionalizzano le loro pulsioni, calcolano i loro sentimenti e analizzano i loro affetti tenendogli a distanza. Al suo fianco Jennifer esprime diversamente una femminilità estroversa, un carattere esuberante, una fiducia nell'amore, un gusto per i colori e le canzoni che l'avvicinano molto alle demoiselles di Jacques Demy.

Da www.cineblog.it 
Il filosofo e la parrucchiera. In mezzo, l’amore, e i discorsi che ne conseguono. Regia di Lucas Belvaux, è Sarà il mio tipo? E altri discorsi sull’amore (Pas son genre), tratto dal romanzo omonimo di Philippe Vilain (Gremese), interpretato da Loic Corbery ed Emilie Dequenne, l’attrice belga che fu splendida Rosetta per i Dardenne. Clement è un giovane, affascinante, radical chic, se volete, professore di filosofia e filosofo parigino: suo malgrado, viene trasferito ad Arras, tranquilla cittadina nel nord della Francia. Complice un taglio di capelli, fa conoscenza con la coiffeuse Jennifer, nostrana, energica e genuina: due anime, meglio, due persone agli antipodi, ma fatal fu il sentimento o, se credete, le regole dell’attrazione. Lui legge Kant, le dà della bellezza kantiana, le regala L’idiota e via dicendo, lei ha un figlio, si diletta nel karaoke con le amiche – la Dequenne canta I will survive di Gloria Gaynor e fa venire i brividi – e crede, fortissimamente crede nell’amore, ma verrà ricambiata? Amor ch’a nullo spettator guardar perdona: vi batterà forte il cuore, nell’attesa della liberazione (o libertà?) finale, a seguire Clement e Jennifer, e rispecchierete le vostre vite, dolori e amori nei loro, brandendo spazzola o Proust, sentimento e ragione, esprit de finesse ed esprit de geometrie. Sarà il mio tipo?, insomma, è il vostro tipo: regia piana ma empatica, la Dequenne magnifica e Corbery discreto, ribaltamento degli stereotipi amorosi a mezzo servizio e, soprattutto, un finale inusitato, ambiguo, senza fine. Come la vita, come l’amore. Dalla natia Parigi un professore di filosofia viene trasferito in provincia  ad Arras nel nord della Francia. Qui conosce Jennifer, attraente parrucchiera. I due si frequentano e avviano una storia d’amore all’inizio semplice ma poi piena di complicazioni affettive. Un romanzo di successo in Francia (titolo originale Pas son genre di Philippe Vilain), una edizione italiana (Gremese editore) e un film che nel titolo rovesciano il significato e inventano una domanda. Sarà il mio tipo? diretto da Lucas Belvaux  è stato presentato alla stampa questa mattina, presenti il regista e il protagonista maschile, Loic Corbery.
Una mattina alla radio ho sentito parlare con tanto entusiasmo del romanzo che mi è venuta immediatamente voglia di farne un film. In realtà il romanzo non era facile da adattare perché la storia è raccontata in prima persona. Così ho pensato a come equilibrare il punto di vista maschile dominante.  Avrei potuto fare riscorso alla voce fuori campo, ma sarebbe stato troppo introspettivo, e non volevo far prevalere un taglio romantico.  Così ho deciso di vedere i due personaggi, di farli parlare l’un l’altra, amarsi,confrontarsi. Ho scelto insomma di riequilibrare i punti di vista in modo da osservare i due personaggi dalla stessa distanza per trattarli allo stesso modo. Alla fine infatti, nonostante le loro differenze, mi sento vicino a lei quanto a lui. Amo gli stessi gusti di entrambi. Amo la musica popolare e quella colta. Forse ciò rende improbabile la storia d’amore ma mi permette di presentare uno scambio continuo tra loro due”.
Corbery interviene a proposito del suo personaggio, il professore di filosofia: “Il copione è rimasto fedele al libro e la pagina scritta, carica di una grossa analisi dei sentimenti, è stata per noi come una Bibbia. Il personaggio  Clement forse appare troppo freddo ma è anche capace di risposte umane e di affrontare handicap affettivi , cambiando atteggiamento verso la fine”.  “Riguardo al finale - precisa Belvaux - io non voglio fare l’arbitro tra indipendenza e suicidio. Jennifer se ne va perché opera una scelta di grande libertà. Se ne va perché sa che, se rimanesse, farebbe durare ancora la sofferenza dell’amore”.
Nel ruolo di Jennifer c’è Emilie Dequenne, assente all’incontro, impostasi nel 1999 con la Palma d’oro vinta a Cannes per Rosetta dei fratelli Dardenne. “Storia curiosa nei suoi confronti. - dice Belvaux - Avevo scelto prima di lei Sophie Canton ma non era libera e quando ho cominciato il casting ho scelto subito Emily, anche se diffidavo della mia sicurezza nell’affidare il ruolo a lei. Ho cambiato genere rispetto ai miei titoli precedenti, ma non mi faccio domande, posso anche non sapere perché faccio un film, comincio e solo dopo mi pongo problemi di tipo formale”. L’amore oggi - dicono insieme i due -  è un punto di partenza per parlare di tutto. Anche la lotta di classe –che qui è importante- è oggi ancora sempre presente. Ci sono interessi antagonistici in amore, nel lavoro, anche nello svago.  Nella scontro città/provincia, Parigi (che in Francia rappresenta il Potere) è città permeabile e aperta, la provincia è spesso più ermetica.”