Sister

Lunedì, 28 Ottobre 2013

Il dodicenne Simon (Kacey Mottet Klein) vive a ridosso di un lussuoso ski resort nei pressi delle montagne svizzere, in una località frequentata da gente benestante e altolocata. Per sopperire ai bisogni dettati dallo stato di povertà in cui vive, Simon si arrangia rubando le attrezzature dei turisti per poi rivenderle per pochi spiccioli, utili a lui e alla sorella Louise (Léa Seydoux). Fingendosi figlio di ricchi genitori, Simon riesce a conquistare la fiducia dei turisti e, in particolar modo, di una famiglia inglese che si lascia conquistare dai suoi modi gentili. Dopo esser rimasta senza lavoro, Louise comincia a dipendere sempre più dai soldi del fratello, che li baratta in cambio di piccole attenzioni e affetto.

 

Scheda

Regia: Ursula Meier
Paese: Francia, Svizzera
Anno: 2012
Durata: 100 min
Attori: Léa Seydoux, Kacey Mottet Klein, Martin Compston, Gillian Anderson, Jean-François Stévenin

Trailer: http://www.mymovies.it/film/2012/lenfantdenhaut/trailer/

Critica

«L'occasione non fa solo il ladro, fa anche il grand'uomo». Simon è piccolo, all'anagrafe, un petit voleur orfano che abita in un ecomostro addomesticato dalla povertà e vive rivendendo accessori sottratti ai turisti sulle piste da sci. Dal basso della sua abitazione sale ogni giorno nell'alto dei monti, poi ridiscende dalla piramide sociale coperta di neve, per smerciare, prendersi cura della sorella Louise, a stento sopravvivere. Sulla carta, un'opera alla Dardenne. Ma nelle immagini ad alta definizione di Agnès Godard la definizione di realismo vacilla. Come in Home. Casa dolce casa? non ci sono istituzioni, non c'è Stato, non c'è Giustizia: l'umanità è un laboratorio astratto e inflessibile di iniquità e solitudine. Un mondo binario e senza dio dove una funivia collega 0 e 1, ricchi e poveri, cielo e terra. Ursula Meier, dopo un esordio smaccatamente metaforico, si muove in equilibrio sul filo di un cinema dove ogni inquadratura è immagine realistica e insieme simbolica, pedina i suoi strepitosi protagonisti fino a farci sentire l'affanno della vita quotidiana, mentre i due si dimenano per svestirsi di quel che sono costretti a essere, recitando ciò che non sono. Per poi, infine, farsi coscienti. Perché non è per dimostrarsi ladri o grandi uomini, l'occasione che cercavano. Ma per riconoscersi e comprendersi, lì, sospesi su quella funivia che collega e divide la terra e il cielo, la miseria dello stato delle cose e quella volontà di vivere chiamata desiderio. (FilmTV n. 19/2012, Giulio Sangiorgio)

Il paesaggio riunisce due mondi differenti collegati attraverso i cavi di una funivia: nella parte superiore, come in una metaforica scala delle classi sociali, si trovano i ricchi turisti, che provengono da ogni parte del mondo per godere dello spettacolo del sole che brilla sulla neve; nella parte inferiore, invece, c'è l'universo degli operai, perennemente in ombra, dove la neve si è già sciolta, le case sono isolate, simili a bunker e circondate dai fumi neri dei camini.
Sister racconta del sogno di un bambino che vuol passare dalla parte inferiore a quella superiore e che per realizzarlo non esita a fingersi chi non è pur di sentirsi apprezzato "in alto", nel giardino delle delizie a cui tanto agogna di appartenere.
Il denaro è al centro delle interazioni tra i personaggi: Simon prova a lenire le sue angosce tramite un continuo movimento di soldi, come se questi fossero un riconoscimento al suo valore e alle sue capacità e potessero sopperire alla mancanza d'amore che avverte intorno a sé. Il denaro che lo rassicura, però, è allo stesso tempo una forza che lo spinge ad utilizzarlo come forma di potere nei confronti della sorella Louise, che in cambio di qualche banconota gli concede briciole di affetto.

Note

Menzione Speciale a Ursula Meier al Berlino International Film Festival 2012 e una nomination al miglior attore esordiente, Kacey Mottet Klein, al Cesar 2013.

Ursula Meier è un'ottima documentarista elvetica che già dal suo esordio Home, Casa dolce casa? (2008) si è imposta come promessa del cinema europeo. Ora con Sister si conferma autrice tra le più interessanti. Come nel film precedente, folgorante ritratto di nevrosi familiare, prosegue l'indagine sui rapporti di famiglia e i legami affettivi, creando parabole sulla difficoltà di trovare il proprio posto nel mondo.